di Matteo Cereda

Gli Holyhell potrebbero essere la band ideale per aprire un concerto dei Manowar, con il loro classic metal spesso e volentieri cadenzato, in cui le tastiere creano un tappeto epico sul tessuto ritmico minimale e sulle vocals evocative della prosperosa singer Maria Breon; peccato che agli headliner manchino ancora diversi gruppi e il Sole cocente non aiuta ad apprezzare il quintetto statunitense. Nulla o poco da dire sulla prestazione tecnica della band, apparsa in buona forma con la presenza in formazione di talenti del calibro di John Macaluso alla batteria e Joe Stump alla chitarra. Ciò che non convince è il songwriting scontato, a tratti scadente, che inficia inevitabilmente la prestazione, con canzoni votate prevalentemente al mid-tempo e condizionate da linee vocali macchinose e con un retrogusto neoclassico (portato soprattutto dal guitar-working di Stump) strasentito. Le canzoni sono divise tra l’omonimo debutto e il prossimo di pubblicazione, “Visible Darkness”, ma al di là di “Wings Of Light” e qualche posa sexy della succitata singer, resta poco da salvare dello spettacolo degli Holyhell. La cover di “Holy Diver” in chiusura, se possibile, alimenta ulteriormente le nostre riserve sul potenziale compositivo della band.

Holyhell

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