di Matteo Cereda

Lontani dai palchi del Gods Of Metal da solo due anni, i Cannibal Corpse sono certamente la band più estrema in esibizione nella quattro-giorni di questo 2012 Godsiano. Descrivere per un’ennesima volta la performance della formazione di Buffalo è sempre più difficile, in quanto il Cadavere Cannibale è granitico e inossidabile esattamente come la sua musica, che per la stessa ennesima volta ha triturato impietosamente gli astanti in cottura sul cemento dell’Arena. Le roteate di collo di George ‘Corpsegrinder’ Fisher non hanno risentito un minimo della calura opprimente e hanno dato refrigerio a tutti gli altri componenti, fra cui si è distinto Alex Webster, precisissimo al basso. Suoni all’inizio condizionati dal venticello che è un po’ salito e naturalmente non puliti e rifiniti come le icone del death metal americano richiedono dagli amplificatori. “Hammer Smashed Face”, “Priests Of Sodom”, “Disfigure” e la iper-cadenzata “Evisceration Plague” sono state le protagoniste di un crescendo di violenza, accolto meglio più dal pubblico presente oltre le transenne divisorie del Pit, che dai ragazzi un po’ fermi posizionati all’interno del recinto. Insomma, dietro il pogo, davanti solo le corna. Cannibal Corpse, la solita sicurezza. Una noia, ovviamente, per chi non apprezza la band.

Cannibal Corpse

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