di Marco Gallarati

I Devildriver proseguono l’ondata modernista che sta travolgendo il Gods Of Metal, in un ultimo giorno che già dal primo pomeriggio presenta un’affluenza molto più abbondante rispetto al sabato e soprattutto rispetto ai due giorni feriali. Devastante l’approccio allo show del gruppo capitanato da Dez Fafara, che impatta l’audience con una violenza assurda, supportata da un wall of sound notevole, anche se non particolarmente pulito. Definire metal-core la proposta dei Devildriver è certamente riduttivo, in quanto death metal e black metal sono chiaramente influenze preponderanti nel songwriting del combo, che raggiunge l’apice dello show durante l’esecuzione di “I Could Care Less” e “Hold Back The Day”, due perle del passato di Fafara & Co.. La divisione del Pit non inficia troppo lo spettacolo, anche perché, rispetto agli August Burns Red, i Devildriver coinvolgono molta più gente e sono ben più noti. Massacro totale fino all’ultimo pezzo, dunque, compreso anche un quasi innovativo wall-of-death – sorpresa e novità per parecchie persone accorse al festival! – che ha coinvolto davvero parecchia gente. Finora si è trattato sicuramente della performance migliore della giornata.

DevilDriver

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