di Dario Cattaneo

Per chi si ricordava i Planethard più classici del predecessore di “No Deal”, “Crashed On Planet Hard”, lo show di oggi potrà essere stato un’inattesa sorpresa. L’hard rock alla Mr. Big/Skid Row di quell’album è stato infatti soppiantato in toto da robuste iniezioni di metal alternativo, che sposta decisamente il pentagramma della band su coordinate più vigorose; e questo show ne risulta essere la prova diretta. Incentrata su suoni sferzanti e metallizzati, la performance dei Planethard vive più di nervosismo e pesantezza che delle melodie e dell’energia rock che magari i presenti si sarebbero aspettati, risultando comunque interessante e di buona presa sul pubblico presente. I tempi a disposizione delle prime band della giornata non sono mai troppo generosi, ma la compagine italiana (l’unica di quest’oggi) ne fa buon uso, proponendo una scaletta basata appunto sull’ultimo album e bilanciata tra pezzi più metallici e altri più orecchiabili, e magari adatti all’audience odierna. Sul finire dei loro quaranta minuti, anche i Planethard mostrano un piccolo scampolo di capelli colorati di rosa shocking che tanto fanno glam: l’ospite Masha Mysmane degli Exilia si presenta infatti sul palco con una tintissima acconciatura per cantare l’energica “Abuse”, canzone peraltro bene accolta dal pubblico. Dopo l’apparizione della gradita frontgirl, rimane giusto il tempo per qualche applauso sul messaggio positivo rivolto da Marco Sivo verso il nostro povero mondo che va a rotoli, prima di chiudere con l’opener del disco “Ride Away”. I Planethard sono stati un buon modo di cominciare la giornata.

Planethard

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