di Marco Gallarati
Gli svedesi Opeth sono attesi ad una prova difficilissima: inserirsi senza colpo ferire tra due mostri disumani del metallo mondiale quali Zakk Wylde e i suoi Black Label Society e i seguenti Amici di Ozzy + Ozzy Osbourne stesso. Davvero un esame quasi insuperabile, considerato anche che siamo arrivati al penultimo concerto di tutto il Gods Of Metal 2012 e, nonostante l’arena sia piena zeppa di gente, il pubblico mostra evidenti segni di stanchezza e cedimento. A sorpresa, comunque, Mikael Akerfeldt e compari tirano fuori dal cilindro uno show impeccabile e molto più vigoroso di quanto ci si aspettasse, utilizzando finalmente di nuovo il profondo timbro growl del cantante-chitarrista, che tanto ci era mancato nella data di novembre tenuta all’Alcatraz. Dopo un inizio dedicato prevalentemente all’ultimo nato e settantiano “Heritage”, il combo scandinavo è sceso nel passato della sua ormai lunga discografia, rispolverando pezzi di assoluto livello, “Demon Of The Fall” e “The Grand Conjuration” su tutti. Forse questo lieve back-to-the-roots non è servito completamente a svegliare i fan in attesa di Ozzy, ma per chi si aspettava di dormire per tutta la setlist, si sarà in parte ricreduto. Mendez, Akesson ed il tastierista Joakim Svalberg hanno ottimamente supportato la solita umoristica prestazione di Mikael, quest’oggi particolarmente fissato su ‘Eros Ramasotti, my idle’, mentre Martin Axenrot alle drums, pur facendo un ottimo lavoro, ha confermato le perplessità dovute alla sua ‘mano pesante’, soprattutto in occasione dell’esecuzione dei brani più recenti. In definitiva, comunque, un concerto più che positivo per gli Opeth, che ci hanno in un certo senso anche stupito. E mentre terminiamo questo report, le note di una serie di video di Ozzy stanno già partendo, con la massa metallara e rockettara in corsa rapida verso il Pit…
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