di Andrea Raffaldini
Con quasi venti minuti di ritardo rispetto all’ordine di marcia, i Rival Sons si presentano sul palco del Gods Of Metal. “Gypsy Heart” e “Burn Down Los Angeles” tingono di fantastico rock anni Settanta tutta l’arena. Classe, sentimento e melodie figlie dei più ispirati Led Zeppelin sono la formula vincente della band di Los Angeles, capitanata da uno strepitoso Jay Buchanan. Il cantante, per movenze e carisma, ricorda in modo palese il grande Robert Plant e non da meno è la sua voce, calda, potente ed a proprio agio su qualsiasi tonalità. Purtroppo il ritardo accumulato obbliga i Nostri ad un drastico taglio di scaletta. L’emozionante “Soul” ci regala intense sonorità tinte di rock e blues di alta classe, sapientemente orchestrate dalla chitarra di uno Scott Holiday in grande spolvero. Pochi brani ma grande intensità: il concerto dei Rival Sons fino ad ora è apparso come uno dei più coinvolgenti.
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