di Matteo Cereda
Grande attesa e curiosità per i Gotthard, chiamati alla prima italiana con il nuovo cantante Nic Maeder. La band elvetica si rende protagonista di una prestazione positiva dopo alcuni aggiustamenti al mixer, soprattutto per quanto concerne il suono delle chitarre, durante il primo pezzo “Dream On”. Il singer australiano catalizza l’attenzione dei presenti e si disimpegna egregiamente tanto nell’esecuzione dei classici, quanto sui pezzi del nuovo album, grazie ad una timbrica vocale tipicamente hard rock molto simile a quella del compianto Steve Lee, anche se più incentrata sui medi, come dimostra l’abbassamento di accordatura in alcuni pezzi. Lo spettacolo dei Gotthard prosegue con brani storici in grado di coinvolgere sia i fan di vecchia data che i più recenti sostenitori, brani ad esempio quali “Gone Too Far”, “Top Of The World” e “Sister Moon”; mentre, dal recentissimo “Firebirth”, vengono estrapolate buone versioni di “Starlight”, “Right On” e “Remember It’s Me”. Momento di grande emozione, quando il succitato Maeder dedica la ballata “One Life, One Soul” all’indimenticato singer storico Steve Lee, così come coinvolge alla grande l’esecuzione del classico dei Deep Purple a titolo “Hush”. Il finale è trionfale, con la marcia da stadio “Lift U Up” ed “Anytime Anywhere”, capaci di entusiasmare definitivamente un pubblico visibilmente soddisfatto del ritorno sui palchi, nonostante tutto, dei Gotthard.
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